Adesso aspettiamo il sig. Questore, che ci illustri le statistiche favorevoli e chiuda per due settimane un esercizio in via Trasimeno a dimostrazione del pugno duro (come dare l’aspirina ad un terminale).
E il sig .Prefetto che ci dia qualche lezioncina, utilizzando internet come fonte di sociologia avanzata e di filosofia dell’ accoglienza.
E l’Amministrazione che si richiami alla lealta’ istituzionale, alla sua estraneita’ex lege dalle decisioni sull’accoglienza, alle proposte di destinare i fondi lucrati dalla Fraternita sui migranti a percorsi turistici o alla sicurezza, cosi’ lodati dai cattocomunisti di casa nostra e anche da autorevoli maestri del pensiero cittadino.
E tutti coloro che si riempiono la bocca con la solidarieta’ e i più’ deboli, che finalmente capiscano che i più’ deboli sono i cittadini e gli stranieri, che qui si sono insediati nella legalita’ e nel lavoro.
Ma aspetto anche tutti quelli che affittano a questa masnada case al nero, che li assumono senza garanzie, che vanno a prostitute o frequentano i locali pieni di mala gente, a quelli che consentono piccole e grandi illegalita’ per denaro e utile proprio, sparsi per tutta la città’.
E aspetto anche la classe dirigente di questa città’ che organizzi una difesa di comunita’, non fatta di discorsi e belle avventure solidali, ma di investimenti in sicurezza di uomini e mezzi.
Non dico nulla della Chiesa: alimenterei solo inutili polemiche. Potrebbe fare la sua parte se non fosse per vocazione ed interesse, la prima amica del giaguaro.
Ma mi appello alle forze buone che ci sono in maggioranza e nelle opposizioni, perche’ reagiscano in tempo a tutti gli errori, le insicurezze, le complicita’ anche involontarie.
E soprattutto agli aretini: fare fronte per tornare quantomeno a una similnormalita’, che permetta di vivere non in un campo di battaglia, ma in una media città della Toscana (Italia) culla di sapere, civilta’, lavoro.