Allora riepiloghiamo : Gamurrini fa una sua lista civica. Ghinelli, ovviamente improponibile dai partiti, pena sputtanamento generale per Lega e FDI, e anche Fi (più abituata a figurette), si fa la sua.
Se Staderini, capolista della vecchia lista civica, dopo un solo anno di consiliatura, registrava segretamente le conversazioni del suo sindaco, certo non per fare l’archivista, dentro Oraghinelli il clima da paura doveva essere notevole fin dall’inizio. Comunque la storia dei ladri di Pisa ha l’ennesima conferma. Da quella parte tuttavia c’è Comanducci, uomo di poche parole e di fatti importanti, serio, affidabile, onore di una famiglia già onorata da padre, madre, nonni e parenti.
C’è anche una Tanti che scoprii tanti anni fa in quel di Caprese, ne colsi cultura, intelligenza, capacità e le detti incarichi. Nel suo futuro non fu benevola con me, per la sua tendenza ad aggregarsi a carri che non la valevano. La appoggiai di cuore come candidata alla presidenza della Provincia, perche’ ne apprezzavo le capacità. Apprezzamento forse non corrisposto ma ciò non toglie che, nonostante antri riposti del suo carattere che forse ne hanno limitato la carriera, e’ tuttavia preparata e capace.
A sinistra (si fa per dire) c’e’ un uomo troppo dabbene per rappresentare una parte anzichè la città (parlo di Ralli), tanto dabbene da essere ritenuto con la solita bonomia aretina “moscio”.
Poi c’e’ il Donati, già collega in Parlamento, grande camminatore di territorio, esperto di amministrazione, che per fortuna si sta allontanando dai nefasti Boschi e Matteo, ineguagliabile coppia scacciavoti per il territorio aretino, uomo di famiglia esemplare, stimata e dabbene, ideale per le politiche amministrative. Poi a sinistra un PD con la sede sotto sfratto e un Ceccarelli pigliatutto amico dei nemici, pericoloso per il cambiamento, ideale invece per infiggere e incidere la pietra tombale.
Ci sono 4 gambe per impostare il Quadrilatero Arezzo e mettere insieme boni Homines competenti, appassionati, senza particolari interessi se non far bene per Arezzo. Non avranno il ciuffo di Ghinelli, nè lo pseudocarisma di Lucherini, ne’ l’appeal di Fanfani, ne’ la prosopopea di Ricci. Ma sarebbero pronti a lavorare sulle cose con braccio operaio e mente colta, senza soluzioni miracolistiche, ne’curve ideologiche o di bottega e senza interessi diretti, obliqui e di rinterzo.
Da politico non più nell’arena mi sento di offrire questo consiglio anch’esso, me lo dico da me, competente e disinteressato. E forse l’ultima speranza rimasta per un malato al quale non resterebbe diversamente che affidarsi a maghi e stregoni per impossibili miracoli e un’ultima imperiale presa di giro
Maurizio Bianconi