di Maurizio Bianconi
O sentite quest’altra.
Ero ‘n casa a giramme i diti, che un c’avio da fa na sega niente. La tolovisione un la posso guardare che la vecchia s’encazza , che vol vedere tutte le coglionerie che ce sono, da quella che parla come un omo e sta con quell’altro che biascica e un se capisce na sega quande chiacchiera o Vip, me pare ,Fratello vip , una roba de teste de cazzo e de maiale da fa paura e nsomma tutta robba cosi’. A leggere,anco a scola quand’ero citto ce cavavo poco o niente, figurete ora, che poi con l’occhiali vicino, lontano m’enfreno e me vien subbito el mal de testa. L’orto un ce l’ ho da quande queste du’ streghe m’han fatto vini’quae, ch’era tanto moderno, pulito, c’era lo scensore e ora me lo caccio lo so io dove lo scensore e tutto el resto. Nsomma ero li’ a sidere come un coglione, che la giovana, che ntrugliava con quelle diavolerie che uson ora ,pigia qua ,pigia la’,acendi , spengi el linche , feisbuk , me pare feisbuk, ma non so sicuro, me fa tutta pricisina : ‘babbo ,babbo, vieni qua , vieni a vedere’.
Io guardo e veggo du cristiani uno che dice a quel’altro ”Riccardo”e quel’altro ,rosso nel muso da fa ppaura ,che pareva il Mighela quand’era ne su cenci, “Alessandro, grazie d’avermi chiamato”. Come du amici alla Vinicola de Sant’Agostino,no “sindaco” “no vescovo”, anco si prima alessandro gli avia ditto a quel’altro “sua eccellenza”, che me pare un po’un leccaculismo che un n’usa piu’ dai tempi del duce. Nsomma quello rosso nel muso principio’ a farfugliare de’preti che li ringraziava . Grazie al cazzo, me sembrava l’oste che dicia ‘ ma quant’e’ bono il mi vino’ e giu’ parlava parlava , ma fra che parlava un italiano balordo, fra che lo dicia svelto svelto e fra che se nfrenava, un ce capivo una sega niente. Poi avio’ a parlare de l’ulivi e de’l’ova. De questi me n’antendo , almaccai , ora guardo se ce capisco qualcosa. De l’ulivi ne vulia dare un rametto a tutti l’aritini, al Domo, che un c’era niente de male . Ma come, dissi fra me e mene, quel’altro ha ditto che n’ce se pole salire su l’ulivi e questo vole i rami per tutti. Roba che un ce se capisce davero un cazzo. Po’ dice che l Domo potia stare aperto che era grande . Boh ho ditto io, i su amici han chiuso Lourdes , il papa ha chiuso san Pietro , han chiuso me pare a Milano il domo e questo lo vol tenere aperto a Rezzo. Per dare poi l’ulivo che il su’socio un vole che se tagli. Me paria d’esse ai Tettini Rossi. Pu’gne arguardai il muso anco quello rosso come un culo de scimmia e me dissi , boh, me sa che gna dato come pochi, perche’ fra farfugli, colore e cazzate me sembra Minculo quando usciva dalla Vinicola de Culcidrone la dommeneca sera . Poi Riccardo disse de la Madonna del conforto che al Domo c’erano viti in 60000 e unnera successo una sega con questo coloniavinus.’ Ah ,armuginai , questo se vede che e’de fori. Per forza un c’e’ stato manco uno che e’ vito all’ospidale o al camposanto . Ma lo sa o no che a Rezzo la madunnina gne tiene una mano sul capo e non potea succede’ gnente de gnente? Questo che vescovo e’ che un conosce manco i pregi del meglio prodotto della ditta?’ Poi l’ova . Anche qui discorsi a cazzo.l’ovo , la vita , boh. Lo sa o no che pasqua o no l’ ova se devon cova’ bene senno’ imbogliscono? E lu che e’la chioccia come le cova coi discorsi a cazzo di cane che i carciofi son come l’ulivi e che queli che vanno alla coop son tanti quante queli che andrebbono al domo se aprisson la stalla? Rosso com’era , potia dire gni cosa . Detto fatto, avia mentovato tutti , anco il figliolo del poro asciugamano e s’era scordo i morti e i parenti. A l’ultimo qualcuno gne deve ave fatto cenno e lu’alora du paruline le disse.Alessandro , fece finta de non ave sintito gnente o guasi e invece di mandarlo a quel paese , anco per quelo che avea ditto sullo stare in casa , sbozzo’ du’chiacchiere e la chiuse li’. E nsomma quando c’e’ i disgraziati che fan le cazzate lui gne da’adosso , con gli sparaghi , l’ulivi, lo stare a casa, i doni ,che un n’ho mai capito che vulia dire , poi quando c’e’ queli che se chiamono a nome e conteno e’ tutto un bello e billino da far cacare. So attorno a sidere e ho ditto alla giovana che se me faceva arvdere una cazzata cosi’ dai calci in culo la portavo n domo cusi’ vidiva quelo e quel’ altro e non rompeva piu’ i coglioni.