Alle elementari veniva prima o poi assegnato il problema ‘ Se c’è una vasca che contiene tot e una cannella che immette tot all’ora e un foro dal quale esce tot nel medesimo tempo, calcolate quanto occorre perchè la vasca venga riempita.’
Se può riuscire complesso afferrare il senso compiuto di un quesito tanto bislacco, in politica una domanda del genere potrebbe apparire non immotivata .
Poniamo che la vasca da riempire sia il portafoglio del cittadino, il foro d’uscita i tributi in genere e l’inflazione.
Quello di entrata i bonus, i benefit, l’abolizione e la riduzione dei tributi e dell’inflazione.
Se parliamo della cannella d’entrata, una voce unanime di tutti i governi sono stati soprattutto i cd bonus.
Il ‘ bonus’, è una dazione a specifiche categorie di cittadini con caratteristiche decise di volta in volta o agevolazioni riservate a generi di consumi o acquisizioni di beni ben definiti.
Non a torto l’erogazione dei bonus è detta ‘politica delle elemosine’. È a discrezione del dominus, frutto del principio di sudditanza.
È un’espressione della filosofia postdemocratica del sussidio benevolente,
deresponsabilizzante e creatore di dipendenze, aspettative, veicolo ideale per truffe di ogni tipo.
Mezzo per sua natura controindicato in un ordinamento democratico a economia di mercato.
Favorisce inflazione, crescita anomala di settore, deflazione.
Provoca l’aumento dei prezzi dei beni relativi al comparto.
Cessato il bonus, l’aumento già inflattivo di per sè non cessa.
A causa della saturazione del mercato, della cessazione del benefit,dei prezzi cresciuti,si assiste a una contrazione spesso repentina dei consumi e irrompe la deflazione.
Inflazione e deflazione,rappresentano la miscela più infernale nel ciclo economico.
Ma la politica dei bonus è anche ingannatrice: si beneficia una ristretta categoria e si penalizza la rimanente platea.
Si reclamizza il beneficio che appare universale e si sussurrano tutte le specifiche che riducono i potenziali beneficiari.
Non si accenna ai contraccolpi negativi sui cittadini e sul mercato e ci si esonera dal render conto del non fatto e del mal fatto.
Non é difficile dimostrare cosa nasconde la politica dei bonus ( come quella dei piccoli aumenti su pensioni e micro riduzioni di tributi)
Mentre le retribuzioni non aumentano e lo stipendio medio è fermo al palo, anzi si contrae naturalmente, il reddito dei cittadini è sottoposto a pressioni pesanti:
rincaro mutui,aumento vistoso del prezzo dei carburanti e gravato di iva e accise anch’esse proporzionalmente in crescita,energia alle stelle con aggiunta di costi del 100% oltre oneri e tributi, anch’essi in salita proporzionale, aumento pedaggi e inflazione gravante soprattutto su alimenti e beni di largo consumo.
È sufficiente perdere qualche secondo e fare il ‘conto della serva’che supera ogni stima media e altre suggestioni per rendersi conto del raggiro economico a danno dei cittadini e svelare il marchingegno comunicativo dei bonus e delle riduzioni di imposte sul reddito e aumento pensioni.
La destra all’opposizione predicava l’abolizione dei bonus e il governo attuale aveva promesso la cessazione di questa forma di intervento.Invece i bonus sono fioccati.
Promessa e impegno disattesi, come quelle sull’abolizione delle accise, degli oneri energetici,sulla riduzione dell’IVA, tutti fattori inflattivi prevedibili e evitabili.
Le menzogne e le promesse violate, l’incapacità di uscire dai meccanismi dell’agenda Draghi fanno del governo in carica il peggior ‘pacco’ rifilato all’Italia.
Senza cambiamento di visione, di concezione e di prospettiva non si risolleva una realtà moribonda.
E la destra lo aveva esplicitamente promesso e ancora con improntitudine continua a predicarlo negli slogan elettorali, nonostante le contrarie evidenze.
C’era l’illusione incoraggiata dalle promesse di vedere la comunità rifiorire, con scelte economiche e finanziarie di semplice buon senso.
Le risorse necessarie allo sviluppo e benessere si autofinanziano ponderatamente con debito ragionato e riportato all’interno, senza accesso all’imbroglio PNRR, debito che vincola e che non risolve, nè sottomissioni alle logiche economiche e finanziarie chiaramente ostili all’Italia e all’Europa mediterranea.
Ci si è ritrovati con un governo Draghi 2 dove le contabilità teoriche sommergono le disponilità reali, dove si sono sposate le peggiori teorie finanziariste dell’Unione Europea e le politiche green e resilienti.
Se così doveva essere, Draghi quello originale avrebbe fatto molto molto meglio.