“Sulle dichiarazioni del dr Bini Smaghi su di un importante quotidiano regionale, riportate da media locali e da tutte le maggiori rassegne nazionali, rendo nota la mail inviata all’intervistatore, rimasta ovviamente senza risposta.
L’episodio denota il grave stato di assenza sostanziale di libertà di informazione nella nostra regione, avviluppata da interessi oscuri, partigianerie ed autocensura che stanno aggravando la già’ grave situazione economica e democratica della Toscana.
Sul merito non mi attardo.
L’ intervista e’ la confessoria riprova del disegno del dr Bini Smaghi e degli interessi da lui rappresentati, tutti tesi all’occupazione territoriale di ChiantiBanca della regione Toscana,anche mediante lo screditamento degli istituti preesistenti. In quest’ottica va valutata l’azione del dr Bini Smaghi da me lumeggiata nelle inevase interrogazioni e sulla quale sino ad oggi Governo e Magistratura inquirente hanno taciuto.
Come hanno taciuto organi istituzionali, partiti e personalita’cittadine, come se la questione fosse estranea al futuro del nostro territorio e come se il destino della Nuova Banca Etruria, fosse questione estranea al contesto.
Questo silenzio appare ancor più’ assordante se si paragona allo strepito che accompagna una questione, tutto sommato di minor momento, come la sede della Camera di Commercio”.
Testo della email inviata al direttore del Corriere della Sera
Egr direttore,
come Lei sapra’ ho una discreta pratica del mestiere ( non certo pari alla Sua) e dunque non mi scandalizzo per l’intervista odierna al dr Bini Smaghi. Posso capire.
Quello che invece mi lascia interdetto è che Lei non abbia formulato neppure un accenno di domanda sugli interrogativi da me istituzionalmente posti e rimasti senza risposta e dei quali non mi consta il suo quotidiano abbia fatto mai menzione,sulla posizione di Bini Smaghi sul destino e la caduta della pur non commendevole Banca Etruria .
La democrazia si spiaggia ,come ognuno sa, sulla quiescenza dei popoli ,sulla miopia delle classi dirigenti, sullo strabismo e sull’autocensura dei mezzi di informazione,specie se autorevoli come il Suo.
Vive cordialita’
Maurizio Bianconi