‘Se tutti i documenti raccontavano la stessa favola, ecco che la menzogna diventava un fatto storico, quindi vera’. Roba da Grande Fratello, come ci ricorda un disincantato e visionario George Orwell.
Fa male attardarsi su cose oggetto di polemiche infinite e datate.
Ma diventa obbligatorio quando si tenta di chiudere con ‘la stessa favola’ un periodo che molto invece potrebbe insegnare se osservato e chiuso dalla corretta postura storica.
Non fa specie che media, movimenti e cultura schierati applaudano alla verità apparente dichiarata da Sergio Mattarella.
Breda in Corsera scrive “Mattarella pesa sempre ogni sillaba che pronuncia. Se evocando l’attentato al treno Italicus del 4 agosto 1974 parla di «stagione stragista dell’estrema destra» e cita la loggia massonica P2, sa quel che dice. “
Senza attardarsi sulle oggettive inesattezze della narrazione di Mattarella, la questione vera è diversa e abbraccia l’intero scenario.
Vi fu oltre un decennio di terrore nel paese costellato da stragi, omicidi, sequestri, attentati.
I delitti furono commessi o vennero attribuiti alla destra neofascista o alla sinistra extraparlamentare.
Non vi fu una ‘ stagione stragista’ solitaria e avulsa, unica colpevole. Vi fu un puzzle montato da altri di cui le stragi erano una tessera.
Che tutto fosse motivato come si dice dal tentativo di provocare un colpo di stato è prima che inesatto, puerile.
Le velleità golpiste, erano sicuramente evocate nel reclutamento dei manovali di destra estrema, efficace strumento di convincimento ma incongrue fino al ridicolo.
Valgano due richiami : la fallita marcia su Roma dei forestali del generale Ricci e il film ” Arrivano i colonnelli ” di Mino Monicelli.
Lo scopo del clima di terrore era che il paese scioccato e impaurito cessasse di farsi domande, in quel tempo di tribolata politica interna, internazionale e dei sommovimenti susseguenti al ‘ 68, e si riparasse sotto le rassicuranti ali del centro democratico.
Tutti ormai sappiamo che il primo attentato paradigmatico, quello di Piazza Fontana a Milano ( 1969) fu confezionato in guisa tale da attribuirne la commissione, a secondo delle utilità, sia alla destra che alla sinistra. Fu strutturato dai Servizi come ormai è pacifico. “Deviati” si disse. Sciocchezza anch’essa transitata per verità. I Servizi segreti sono obliqui, ‘ deviati per natura’. Ma sono SEMPRE il braccio della politica che domina un paese. E spesso anche dei singoli potentati di governo.
Gli atti terroristici Brigate Rosse smascherati da infiltrati dei Servizi ( si ricordi Fratello Mitra e in seguito Patrizio Peci), rappresentarono il fenomeno utile alla tesi dei doppi estremismi.
Non solo le stragi erano ‘di Stato’ con manovalanza neofascista raccattata e compromessa.
Ma anche il terrorismo di sinistra aveva il suo perchè nelle logiche dei Servizi e dunque del potere costituito.
Cosa nota ma che il sequestro Moro rese trasparente, con i silenzi, le rabdomantiche rivelazioni di personaggi di spicco, gli eserciti di spie al servizio dell’uno o dell’altro, le modeste afflizioni carcerarie rispetto al malfatto dei sequestratori di Aldo Moro.
C’è una verità oggettiva : il neofascismo fu molto più permeabile della sinistra al lavoro dei Servizi che si avvalsero anche di una spia di lungo corso che nonostante le condanne a lunghe reclusioni sostò in galera il tempo della sopravvivenza di un gatto in tangenziale.
Fu chiamata la ‘strategia della tensione’ dalla quale uscì vincitrice una rassicurante Democrazia Cristiana. Resistette all’onda d’urto e mantenne percentuali prossime al 40% ben avanti al Pci che pur godeva di grande salute.
Se Mattarella avesse ‘centellinato’ in modo ancora più attento le sue sillabe, avrebbe riconosciuto che non vi fu soltanto lo’ stragismo fascista’ supportato dalla loggia massonica P2 a terrorizzare l’Italia.
Avrebbe dovuto ‘centellinare le sillabe’con un incipit inderogabile: Lo Stato o meglio i partiti che governavano il paese, dettero vita tramite principalmente i Servizi Segreti e anche con la loggia P2 alla cosidetta strategia della tensione nella quale lo stragismo eseguito in massima parte da manovalanza neofascista e gli atti omicidiari e di sequestro eseguiti in massima parte dall’estremismo di sinistra gettarono l’Italia nel caos per oltre un decennio dando vita ai cosidetti anni di piombo.
Il riconoscimento equilibrato di questa verità storica ben servirebbe oggi come esempio e insegnamento per prevenire e battere le macchinazioni della finanza e della postdemocrazia.
Attribuire responsabilità primarie a destra e sinistra, creare il panico, le paure e i falsi obbiettivi per governare a proprio piacimento, facendo anche qui di favole verità storiche, é diventato l’a b c del totalitarismo nazionale.
Con tratti culturali e politici dei responsabili di allora e quelli di oggi tanto simili che si rimane di sale.
Tanto per centellinare le sillabe.