Se ne esce: a) con una nuova forza di maggioranza che sostituirà Italia Viva nel sostegno al Governo Conte, b) con una nuova maggioranza che sostiene un nuovo governo, c) andando alle elezioni anticipate.
Le crisi si risolvono prima di tutto in Parlamento e dalle dichiarazioni di PD, M5S e Leu alla ricerca di “responsabili”, e dalle dichiarazioni di Mastella che rassicura che già ci sono, mi pare che questa sia tutto fuorché una crisi al buio. Quindi maggiori probabilità sulla a)
Personalmente non trovo scandaloso che una forza si ritiri da un governo: sono mesi che vengono poste una serie di questioni nel merito e nel metodo. Le uniche risposte ricevute sono insulti, delegittimazione, accuse e minacce di elezioni anticipate. Togliendo il disturbo han fatto l’unica cosa possibile: uscire da questa maggioranza per lasciarla lavorare serenamente senza il fastidio di dover rispondere alle domande di chi ha osato chiedere di poter leggere un documento prima di votarlo.
A coloro che dicono che il momento è sbagliato perché c’è una pandemia fuori controllo, si dovrebbe obbiettare che forse non è così geniale tenersi il governo che non è riuscito a tenerla sotto controllo. Perché stupirsi se dopo mesi di insulti ad una componente della maggioranza, questa se ne va? Dopo che un ministro del governo ha paragonato Renzi ad Orban solo perché ha chiesto di leggere un documento che avrebbero, secondo lui, dovuto votare a scatola chiusa?
La coalizione non è un patto di sangue, non è un clan. E non è manco una chiesa alla quale hai fatto professione di fede. Quando finisce la comunità di intenti, se non ci sono margini di trattativa, si esce. Non si rimane al governo tanto per starci.
La sensazione finale, dopo un anno vissuto pericolosamente, è di aver davanti non il governo “del fare” ma “del faremo”
Si tentenna, si rinvia, non si conclude, si fanno piani che muoiono il giorno dopo averli presentati (Colao), si fanno passerelle in belle ville romane che non portano a nulla (stati generali), si fanno verifiche a favore di telecamera senza che escano nuovi impegni di governo (tavoli di maggioranza) intanto però i problemi restano tutti sul tavolo e nessuno li affronta.
La cifra di questo governo è riunirsi all’ultimo minuto per prendere decisioni raffazzonate in fretta e furia: DPCM emanati la domenica sera per dire se le attività produttive il lunedì saranno attive oppure no, la ristorazione che apre e chiude con istruzioni ricevute la sera prima via diretta facebook o la riapertura delle scuole, decisa senza decidere il 4 gennaio, mentre le feste si sa, finiscono il 6.
Il recovery plan, il documento più importante della legislatura per la spesa di 209 miliardi, quello con il quale dovremmo ridisegnare l’Italia dei prossimi 20 anni, è stato presentato alle forze politiche nella notte del 7 dicembre, perché fosse approvato la mattina dell’8, senza che nessuno l’avesse manco letto. Benedetta fu la falsa positività della Lamorgese…
Il M5S ha vinto la battaglia più grande di tutte: quella culturale, introducendo il metodo Casaleggio II, quello dei muti schiacciabottoni, della democrazia elettronica senza garanzie e senza controllo, adducendo la scusa della pandemia per sospendere le regole della democrazia parlamentare.
Questo mi spaventa piu’ di una crisi di governo!