Il Corriere della Sera spiega algidamente a chi siamo stati consegnati e come. “Più di quanto abbiano capito a Roma. Il piano di ripresa e resilienza. è di fatto il programma blindato da Bruxelles della prossima legislatura in Italia’.
Chiunque vinca le prossime elezioni sarà alla catena.
Il paese si è consegnato per erogazioni da restituire per 2/3, da impiegare per iniziative imposte dal prestatore.
L’obbiettivo è una crescita del PIL del 3,6%, nel 2026, cioè fra 5 anni e una crescita dei posti di lavoro (non si dice di che tipo) del 3,2% nel biennio 2024 /2026.
Come si sa la crescita del PIL non corrisponde a nessuna crescita reale di una comunità, come già ci insegnava Robert Kennedy oltre mezzo secolo fa.
Ci indebiteremo e cederemo la libertà per fare ” resilienza”, termine che è tutto un programma.
Questo debito ci ingesserà almeno per una generazione (25 anni) e sarà speso in buona parte per ‘la rivoluzione verde e la transizione ecologica’.
Se si parla di ‘transizione’ significa che ci sarà un prima e un dopo. Cioè smantelleremo quel che c’è e spenderemo senza produrre, poi ricostruiremo spenderemo senza produrre. Poi torneremo a produrre, ma in economia verde, con un top inferiore a quello del ciclo distrutto. Operazione in perdita ma comprensibile, se il paese fosse ricco, se non avesse altri debiti, se non registrasse 15 milioni di poveri di cui 5 milioni poveri assoluti e se ci fosse lavoro e non disperazione. Evoca il detto che la leggenda mette in bocca a Maria Antonietta, regina di Francia,” Maestà il popolo non ha pane” “Allora dategli le brioches’.
Soldi saranno gettati in altre campagne da famiglie benestanti, come la parità di genere, l’inclusione e la coesione, o per la cultura in opere che anche se provvide sono inutili a colmare le sacche di miseria disperata e di bisogno.
Nel mentre la pandemia mal gestita anche dall’UE continua a fare il lavoro sporco per Draghi e c, con il recovery si farà il resto, negando aiuti e varando l’annunciata riforma fiscale, incentrata sull’esorbitante aumento di tassazione dei beni immobili e su una indispensabile supertassa europea per la restituzione del debito.
Ci penseranno anche le banche a farci del male.
Draghi con la sua autorevolezza avrebbe dovuto imporre al sistema bancario la differenziazione delle condizioni di accesso al credito per favorire gli sfavoriti dalla pandemia. Invece, lasciato invariato il quadro, ha permesso la trappola dei 100 € di scoperto, l’aumento dei costi di c/c di circa il 50%, e la misura punitiva sui depositi oltre un certo limite per far affluire il denaro nel gorgo delle speculazioni.
Circa le riforme annunciate siamo all’imbonimento del mago di campagna.
Sabino Cassese, giudice emerito della Consulta, indiscusso economista, docente universitario, già ministro, ha ripetutamente spiegato che alcune riforme (p.a., semplificazione, istituzioni) sono fattibili a costo zero. Senza necessità di impiegare denaro preso a debito.
Ma ha anche spiegato che molto del male deriva dalla burocrazia soprattutto apicale, pervasiva, egoista.
Uno degli strumenti che preferisce è l’utilizzo delle leggi delega, con le quali il parlamento si spoglia del potere legislativo e delega il governo a legiferare. In pratica i burocrati dei ministeri scrivono le leggi, metodo usato costantemente per ritardare, impedire, cambiare volontà politiche, redigere testi ambigui al solo scopo di conseguire i loro fini: lasciare tutto com’è.
Ebbene il recovery funzionerà a suon di leggi delega. Non è uno scherzo.
Se fossimo in un romanzo giallo questa sarebbe la prova regina dell’imbroglio.
L’affabulazione gesuitica di Draghi, felpata e ruffiana ha richiamato al patriottismo, al ‘suo popolo’, che egli già barattò nel 1993 -come Cossiga ricordò inascoltato -e che oggi è stato ceduto di nuovo.
Vivremo indebitati, soggiogati, senza futuro, alla mercé dei nuovi padroni della postdemocrazia finanziarista.
Il 25 aprile Draghi ha celebrato la liberazione il 26 ha sancito la fine dell’Italia indipendente e sovrana. Nessuno e niente potrà perdonare né lui né chi per viltà, ignoranza, denaro gli ha tenuto bordone