Fu facile profeta chi previde che il predominio della finanza avrebbe finito per contraddire i principî dell’idea liberale, del mercato libero, della libera circolazione di uomini e merci, della libertà sia individuale che d’impresa.
C’è chi ritiene che l’Unione Europea sia espressione di questa supremazia e che sia stata in buona parte responsabile della difficile situazione che investe soprattutto i paesi dell’Europa mediterranea e l’Italia in particolare.
Come primo monito del futuro in arrivo, c’è stata la questione Grecia, trascurata nel suo valore emblematico.
Per i sostenitori dell’economia speculativa l’esperienza greca rappresenta ‘ il miglior risultato dell’euro’, cioè dell’economia finanziaria in auge.
Il Consiglio d’Europa ( da non confondere con l’Unione Europea)parla invece di “un paese devastato, sottoposto alle rovine di una guerra’ e che ormai la questione riguarda’ i basilari principi dei diritti dell’ uomo e la loro costante violazione’.
Il Consiglio d’Europa prevede che per ripristinare le condizioni minime siano necessarie ‘almeno 2 generazioni”
Praticamente nessuno ha voluto vedere nel precedente greco un chiaro sintomo e prendere le misure opportune.
Si è tralasciata la ricerca della soluzione del conflitto crescita finanziaria / crescita reale e profitto/diritti.
E’diventato argomento non più rinviabile l’ impatto del capitalismo speculativo sulle democrazie parlamentari.
Queste ultime si dimostrano per lo più suvvalenti, inadeguate e ripiegate spesso su interessi particolari incapaci di avvertire le urgenze di una situazione sempre più complessa.
Così anche in Italia dove con il concorso di sodali interni si sono spalancate le porte a questi principî finanziari.
Con i nocchieri di quella scuola abbiamo affrontato la tempesta del COVID e della crisi energetica.
Costoro hanno aggravato i disagi della crisi imprevista ( COVID) e hanno contribuito peggiorare il quadro di quella prevista e prevedibile ( crisi energetica).
Questi concetti non provengono da teorie complottiste ma sono espressi in modo trasparente dagli attori principali.
Il prof Mario Monti con linguaggio chiaro e tono colloquiale ha ben spiegato che per procedere nella riduzione dei margini delle sovranità nazionali e dei diritti individuali bisogna utilizzare le crisi.
Quelle che accadono si aggravano, le altre si provocano.
Il perchè – spiega sempre Monti-è semplice.
Il timore di conseguenze drammatiche delle crisi, fanno optare per il male minore e cioè addivenire, con speranze salvifiche, a cessioni di sovranità e di diritti individuali.
Intanto la Caritas informa che i poveri assoluti in Italia sono cresciuti a dismisura e sono 5 milioni e mezzo in aumento con progressione rapida.
Altra fonte aggiunge che già il 10% delle famiglie italiane non paga le bollette energetiche.
Situazione devastante che non ammette ritardi.
Repubblica, non una fonte di opposizione al sistema, precisa che per tornare allo stato precedente sono necessarie non 2 generazioni come in Grecia, ma 5, cioè 125 anni.
Il panico diffuso consente di proseguire nelle azioni di sottrazione.
E la politica quella che dovrebbe risolvere, non si sa bene che faccia
Gli alleati di fatto della finanza, Enrico Letta e Sergio Mattarella, guardano silenti, o si dedicano a smantellare quel po’ di sistema rimasto in piedi, con dichiarazioni e azioni dettate o da abile strategia distruttiva o da un cupio dissolvi quasi metafisico.
I presunti vincitori, o meglio i migliori perdenti, invece di curarsi di riparare il disastro sono in rissa da cortile, in penose e fasulle riappacificazioni, nel risiko vergognoso di cariche e incarichi
Lontani dal risolvere le impostergabili esigenze di quei milioni e milioni di italiani ridotti alla fame e non per dire.
C’è un paese che va per suo conto già deluso dal sistema e dalla politica e che non vota.
Sono 20 milioni di italiani. Quasi la metà degli aventi diritto.
Mentre una senatrice di riguardo cerca un ministero e il suo capo rifiuta di rassegnarsi alla seconda fila, ci sono circa 6 milioni di concittadini che, cercano e non per dire un tozzo di pane.
Sembra una vergogna difficilmente cancellabile essere arrivati fin qui.
Il quadro peggiora nell’immagine offerta da piccoli personaggi alla ricerca di personali appagamenti.
Il timore è che il peggio debba ancora arrivare : se ci sarà un governo, basterà scorrere la lista dei ministri per capire.