Per attenuare la miseria in tempi preindustriali furono assegnate a famiglie povere una serie di ‘privative’ o ‘concessioni’ (vendita del sale, dei tabacchi, di giornali e riviste e tenuta del demanio fronte mare).
Nacquero i ‘ bagni’ o ‘stabilimenti balneari’.
Da qui i bassi canoni concessori, oggi ingiustificati.
La vicenda delle concessioni balneari è l’esempio limpido dei metodi della postdemocrazia finanziaria e dei suoi mossieri.
- I litorali sono uno dei più interessanti patrimoni nazionali
- Sono gestiti con successo da decenni da microimprese, titolari di concessioni.
- Sono il perno di importanti dinamiche di comunita’.
Su di essi si incardina molta offerta turistica e molte economie d’area.
- Il settore è la tipica realtà oggetto del progetto postdemocratico e finanziarista dell’acquisizione del meglio delle nostre risorse e della contemporanea falcidia di un’economia ritenuta da eliminare.
- Viene dato il via al processo di espropriazione utilizzando lo strumento principe :l’Unione Europea e i suoi dogmi economici ( concorrenza).
- Viene articolato un meccanismo -indizione di aste concessorie-con il quale nel presunto nome d’Europa e della concorrenza, si condanna a morte una risorsa nazionale, una fonte di benessere e di sviluppo delle comunita’.
- La postdemocrazia prende le redini in Italia e Mario Draghi emana il decreto ‘concorrenza’.
- La miopia dei rappresentanti di categoria e la debolezza della classe politica nazionale impediscono che il generale dissenso all’esproprio abbia una risposta ragionevole e compatta.
- Tuttavia il fronte del dissenso è generale.
Monti ricorda spesso come la sottrazione di autonomie, identità, sovranità, ricchezza territoriale sia fra i maggiori ostacoli all’avanzata globalista.
La postdemocrazia al governo ha però perfezionato una strategia, ormai stereotipata.
- Si finge di mollare la presa, per ritornare in campo sotto impellenze a cui non si puo’ non sottostare.
Draghi ha finto di ritirarsi “differendo”.
Nel contempo ha messo in moto il grande alleato, l’esercito dei megaburosauri, i sacerdoti del diritto amministrativo, e il Consiglio di Stato ha emesso una sentenza di un caso improvvisamente velocizzatosi, che obbliga alle aste in un breve lasso di tempo.
- L’affabulazione, consueta anch’essa e sempre redditizia, segue il ‘misfatto’. Il coro di ‘ ce lo chiede l’Europa ‘ e ‘ci obbliga una sentenza ‘ accompagnano la spoliazione divenuta d’incanto un obbligo non rinviabile.
- A completare il quadro delle abilità dei globalisti postdemocratici, c’e’ l’ultimo tassello, una vera rifinitura della strategia vincente.
Per attutire la pressione di quanti stanno per subire l’impatto devastante, si mettono sul piatto le possibilita’ di trattamenti differenziati, per i quali i balneari finanziariamente più forti resterebbero in sella ancora per anni, mandando al macero gli altri meno fortunati.
Un ‘dívide et ímpera’ di antico conio.
Superfluo dire che con provvedimenti ad hoc, a tempo e luogo saranno fatti fuori anch’essi.
- La postdemocrazia -finanza, politica, burocrazia- con formule conosciute e già applicate distruggeranno il mondo dei balneari, il genius loci scomparirà, l’economia d’area sara’ seppellita. Alla societa’segmentata, subentreranno i colossi finanziari e un altro pezzo d’Italia scomparirà.
Missione compiuta con l’applicazione di ogni passaggio per vincere la guerra al paese, ai ceti produttivi, al lavoro, alla cultura e all’anima di una nazione ormai rassegnata, piegata e soprattutto malrappresentata, ormai vittima indifesa della propria classe dirigente, della postdemocrazia finanziarista e dei suoi protagonisti.