Nel 2001 il comitato “Galileo 2001 per la libertà e la dignità della scienza’, criticava le tesi scientifiche sbandierate come verità assolute e basate “sull’emotività irrazionale tipica delle culture oscurantiste”.
L’esempio era “l’attribuzione quasi esclusivamente alle attività antropiche di effetti, pur preoccupanti data la posta in gioco, quali i cambiamenti climatici che da milioni di anni sono caratteristici del pianeta Terra”.
I metodi, le teorie scientifiche hanno sempre avuto sostenitori e detrattori.
Che la terra fosse sferica l’aveva già capito Pitagora. C’era chi discuteva ancora di terra piatta nel Medio Evo avanzato.
Per non parlare del sistema eliocentrico, avversato da politica e religione. .
Per il clima è invalso il il metodo dei’ modelli’. Forti dei dati storici e di tutte le interconnessioni possibili, dell’utilizzo dei più sofisticati algoritmi, delle risorse dell’intelligenza artificiale e dei più aggiornati sistemi di rilevazione, è venuto fuori che l’aumento di temperatura registrato dagli anni 60 in poi è di molte volte superiore a quello registrato negli anni precedenti.
Dai modelli si ricava che sono le attività umane a determinare le variazioni climatiche.
I dati a disposizione per la costruzione dei modelli vanno dal 1880 d. C. in poi.
Contano su una stringa di 140 anni circa. Per la completezza del modello, nulla interviene a colmare la voragine dei miliardi di anni della vita del pianeta anteriori e neppure quella dal limite minimo accettabile cioé dalla comparsa dell’homo sapiens sapiens e delle sue attività, circa 50. 000 anni.
I modelli non sono oro colato di per sè, tantomeno quando sono vistosamente incompleti e fondati più che su dati parziali, su dati irrilevanti e infinitamente piccoli.
Non sono modelli perfetti ma brandelli perfetti
La storia dell’uomo è piena di topiche prese per secoli come verità inoppugnabili.
Anche i Maya espertissimi conoscitori della volta astrale avevano previsto coi loro modelli una fine del mondo che non si è verificata e così l’oscurantismo aveva previsto la fine del mondo per l’anno 1000.
Questo non significa che l’uomo sia incolpevole. Se il clima dipende dall’atmosfera, sarebbe demenziale ritenere di essere ininfluenti.
Siamo influenti, ma non siamo nè i soli nè i maggiori responsabili. L’attività umana si combina al moto del pianeta, a quello di tutto il sistema solare, all’umore del sole, alla dinamica di tutto l’universo.
Il nostro contributo c’è, ma in questa dimensione universale.
Quello che sta sopra e intorno all’atmosfera, incommensurabile, dirige le danze e noi sotto dobbiamo fare il possibile. Senza terrorismo o messaggi ultimativi e strumentali.
È espressione di ignoranza o callidità perversa pretendere che una società si scomponga e si riorganizzi, senza curarsi delle devastazioni sociali e economiche che saranno provocate per eliminare un pericolo futuribile.
Lo sforzo richiesto -rovinoso- sarebbe comunque inutile e velleitario :5/10% dei territori e dei terricoli, contro il residuo 90/ 95% del pianeta, più tutto l’universo. Come una formica solitaria contro tutta la Terra, cielo e mare compresi.
È come se fosse risorto Caligola, il crudele, folle, sanguinario imperatore. Però in versione green.
Impone il Pensiero Unico sul clima, adotta misure demenziali, conduce i popoli allo sfacelo ma assicura arricchimenti inverosimili per sè e la sua corte.
In questo delirio rimangono in funzione le attività che aggradano al despota anche se super inquinanti, come guerre, commercio di armi, abuso del mezzo aereo, ritorno sconsiderato al carbone, attività spaziali.
CO2 a gogo, disgrazia per le microeconomie, paperopoli per gli speculatori.
Non è il clima il protagonista ma il profitto e la speculazione.
Con Caligola green sul trono e il centenario Kissinger in piena attivitá la postdemocrazia resiliente trionfa indisturbata, dal momento che non il clima interessa ma profitto per pochi e speculazione sfrenata,
C’è però chi non si rassegna. Ma anche chi bacia la pantofola.