La fine della 2a guerra mondiale segnò la mutazione delle coordinate dei domíni mondiali: dai nazionalismi e gli imperi coloniali alla divisione in blocchi d’influenza.
Tutto fu sancito in un accordo fra Stalin Roosvelt Churchill, consegnato alla storia come Patto ( o Conferenza) di Yalta (febbraio 1945).
Là si decise la spartizione del mondo e i destini dell’Europa.
L’Europa occidentale fu posta sotto l’egida americana, quella orientale fu consegnata al comunismo sovietico.
Le vicende susseguenti alla caduta del muro di Berlino (1989) con la dissoluzione di uno dei due blocchi ( U. R. S. S. )avrebbero potuto permettere all’Europa occidentale l’emancipazione dalla sottomissione agli Usa.
Con questo l’affermazione di un’idea di continente e dei suoi componenti, equidistanti, rispettosi delle identità, ma uniti e sovrani, con un proprio esercito e una politica estera comune.
Gli Usa non mollarono la presa. Si perpetuarono gli strumenti dell’egemonia e l’Europa rimase vassallo militare e cassa di laminazione delle esondazioni finanziarie americane.
Non variò la concezione USA: ‘Europa: avamposto e colonia. Russia nemico di sempre. ‘
Fu così che la Nato non fu sciolta, come in molti richiedevano e auspicavano, e si dette vita all’Unione Europea.
La prima avrebbe garantito la predominanza militare e lo strumento espansionistico verso est a ridosso della potenza sconfitta, ma storicamente non doma e da vigilare.
La seconda avrebbe assicurato la sottomissione finanziaria e la dipendenza dei destini, dei diritti e del benessere delle genti del continente, dalle scelte della grande finanza e delle multinazionali.
La NATO -North Atlantic Treaty Organization- costituita nel 1949 a guida USA, non ha valenza di difesa europea ma, testuale dall’atto fondativo “Aspira a promuovere il benessere e la stabilità nella regione dell’Atlantico settentrionale’.
Presentato come un’alleanza con mutua assistenza in caso di attacco armato, in realtà si pone come cintura di sicurezza dei territori nord Atlantici e è adoperato come mezzo espansionistico dell’influenza militare Usa fino ai confini della Federazione russa.
“Gli USA hanno accolto nella NATO. . tutti i Paesi fino alle vecchie frontiere dell’Unione Sovietica, e oltre. . e avrebbero fatto lo stesso con la Georgia e l’Ucraina. . La Nato è un’alleanza. . con un esercito permanente. . . un comando militare americano. . che. . si preparano alla prossima guerra. . il nemico è la Russia. “( Sergio Romano)
Al braccio militare e politico si aggiunge il braccio finanziario : l’Unione Europea, l’organo di governo delle strategie economico-finanziarie
Politica dettata dalla finanza internazionale, con il cuore e l’anima a New York e che si invera nella Banca centrale europea, dispensatrice onnivalente di crediti, debiti, tassi, moneta, indici, politiche monetarie e finanziarie. Nonchè in un interscambio da sliding doors fornitrice con le banche internazionali di personale per le cariche dell’Unione.
L’Europa unita come entità politica quella che appartenne alla cultura di alcuni pensatori, non ha mai preso vita.
Il risultato è sotto gli occhi di tutti: si va dalla pace alla guerra come se ciò fosse ineluttabile e in perfetta disunione. Dall’aiuto all’Ucraina, alla fornitura di armi con diverse e opposte posizioni fra gli stati europei e il silenzio o le inutili dichiarazioni unioniste. C’è chi vuole un utilizzo aggressivo chi difensivo, chi fornirebbe perfino truppe di terra. Non mancano neppure fra gli stati membri, i filorussi.
Alcuni per loro conto, senza accordo o interpello degli altri membri nè con l’Unione hanno ‘riconosciuto’ lo Stato di Palestina.
In un mondo fatto di regole e di istituzioni funzionanti, la ferita all’Unione e al suo prestigio sarebbe mortale.
In questo caos ci vorrebbero nocchieri consumati e non navigatori a vista culturalmente proclivi agli interessi della finanza e della propria bottega.
In questa guerra mondiale policentrica ogni stato membro fa da sè e l’Unione Europea non può più fingere di essere qualcosa di diverso da quello che è : un ircocervo più dannoso che utile alla causa europea, funzionale a quella della finanza e della postdemocrazia.
L’Europa unita richiede una rilettura profonda e, per iniziare, la valorizzazione del Consiglio europeo, sede delle decisioni dei governi nazionali e del Consiglio d’Europa organo di tutela dei diritti, organismi più aderenti all’idea di un Europa ( con)federale indipendente, rispettosa dei reali interessi delle genti. Potrebbe essere l’inizio di una nuova epoca.