BANCA CENTRALE EUROPEA (BCE)-1aparte
L’11 novembre 2011 Mario Draghi divenne presidente della Banca Centrale Europea (Bce).5 giorni dopo in Italia cadeva il governo Berlusconi, sotto la pressione dello spread e di una crisi finanziaria fatta intravedere come prossima ed irreversibile. Il lavorio dell’inner circle nazionale finanziarista e filo Ue fece la sua parte. Aveva di fatto promosso come successore alla presidenza del
Consiglio, Mario Monti. La concomitanza delle date non è stata sottolineata, né se ne è colto il significato. Sulla fine del governo Berlusconi ha avuto la meglio la narrazione, da una parte del ‘ salvataggio ‘ operato dall’”Europa” e dall’altra la teoria del “colpo di stato. “In realtà si mise in atto un paradigma collaudato. Se ce ne sono le condizioni, viene provocata una crisi finanziaria, accompagnata da un impiego di ogni possibile cassa di risonanza. Il paese precipita in uno stato di angoscia, l’economia pare sull’orlo del collasso. Come spiegò a cose fatte Monti, si crea un clima di caos e di salto nel baratro, per il quale le richieste, seppur onerose che consentono alle logiche Ue di impossessarsi di un paese, appaiono il male minore. Si sfodera la soluzione salvifica e il contesto internazionale che prima aveva provocato la crisi, l’attenua. Grandi manovre con grandi personaggi. Non tanto Monti, quanto Draghi che salito in tolda Bce si accinge a proseguire le politiche di sempre. A completare lo scenario continentale interviene la nomina di Trichet -predecessore di Draghi in Bce-a presidente del Gruppo dei Trenta, motore delle politiche finanziarie planetarie, dove siede anche Draghi e della Trilateral Commission europea, in sostituzione di Monti, dirottato alla presidenza del consiglio in Italia. Il tutto, in aggiunta a quanto Trichet già determina in area Goldman Sachs. Draghi e Trichet, sono gli estensori della famosa lettera 5 agosto 2011 al governo Berlusconi, con le prescrizioni, da molti valutate draconiane, che crearono l’humus e il presupposto della crisi esplosa pochi mesi dopo. Trichet è l’autore dell’operazione Grecia. Per comprendere definitivamente come tutto si svolga su schemi analoghi e precostituiti, è sufficiente comparare il percorso dei due uomini, giunti al vertice della piramide. Entrambi in successione, direttori generali del tesoro, poi a capo delle rispettive banche nazionali, indi presidenti Bce. Entrambi nell’orbita apicale Goldman Sachs e entrambi elementi di vertice nella Trilateral Commission, in Bilderberg, nel Gruppo dei Trenta. Cammini omologhi che contribuiscono alla chiarezza, ma che apparirebbe incongruo nascondere e non mettere in relazione. Trasferito Monti dalla Trilateral al governo italiano e Trichet da Bce a Trilateral, con Visco -anch’egli come Draghi allievo di Federico Caffe ’-alla Banca d’Italia, iniziano gli anni di Draghi alla Bce. Senza ricorrere a dietrologie e a teorie complottiste non pare avventato sostenere che l’era Draghi in Bce risponde all’esigenza di consolidare e rafforzare il percorso di cui, insieme ad altri, si era reso protagonista fin dagli esordi. Il loro fine dichiarato è il governo della finanza senza confini ne’ geografici, ne’ normativi, secondo un’etica dai parametri finalizzati al profitto e alla crescita delle risorse da investire. Obbiettivi legittimi e sostenuti allo stato dalle culture economiche e politiche dominanti. Ma dai quali è altrettanto legittimo dissentire.
(Continua)