Anche per chi non si intende di economia, e nemmeno di matematica, l’equazione che abbiamo davanti in questa terra di mezzo che stiamo attraversando tra Covid e incognito, è abbastanza semplice: non ci può essere una duratura ripresa economica se non ripartono la domanda e i consumi-ma la domanda resta al palo-se tra i cittadini non si diffonde un rinnovato clima di fiducia. E la fiducia in un Paese terrorizzato e impaurito può tornare solo se si diffonde la motivata certezza che, anche in caso di una seconda ondata epidemica in autunno, sarà possibile gestire la situazione senza rinchiudere di nuovo il Paese nel bunker angosciante del lockdown. Senza questa precondizione indispensabile, è inutile che Renzi parli di piano choc per i cantieri, che Conte ipotizzi il taglio dell’Iva o che Gualtieri si compiaccia del bonus vacanze: solo spazzando definitivamente via la paura gli italiani torneranno a spendere e investire.
Ora: se questo governo è del tutto incapace anche solo di abbozzare un piano credibile di ripresa economica, la rissa permanente tra i virologi non aiuta certo a ristabilire il necessario clima di fiducia. Spesso sembra infatti di assistere a un derby tra aspiranti astrologi, più che tra esperti di malattie epidemiche. La lettera dei dieci scienziati ispirata dal professor Zangrillo, secondo cui il virus è clinicamente finito, è stata un incoraggiante passo avanti verso la normalità, ma poi è subito intervenuta la variabile impazzita di questa pandemia, ossia l’Oms, che in questi mesi ha detto tutto e il contrario di tutto. A seminare di nuovo il panico, disegnando uno scenario apocalittico, ci ha pensato Ranieri Guerra (cognomen omen) , direttore aggiunto dell’Organizzazione, che ad Agorà (rai3)ha detto che il Covid “si sta comportando come la Spagnola, che andò giù in estate e riprese ferocemente a settembre e ottobre, “facendo 50 milioni di morti durante la seconda ondata”. Previsione e paragone ovviamente smentiti da gran parte del mondo scientifico, ma i giornali gli hanno dedicato ampio spazio e titoloni.
Questi Nostradamus della sanità mondiale, peraltro adusi a contraddirsi tra loro, non hanno ancora capito, quando si esibiscono nei talk show, che in questo momento le esternazioni sulla pandemia rischiano di avere le stesse nefaste conseguenze della sortita improvvida di un economista che fa crollare le Borse. Sicurezza sanitaria e ripresa economica sono infatti considerate le chiavi della difficilissima ripartenza. Ebbene: tra un governo perennemente in ritardo e la perdurante confusione virologica il barometro segna inevitabilmente ancora tempesta. Speriamo che non sia una tempesta perfetta.