Non c’è intenzione di difendere Giovanni Toti, nè di proferire la solita frase ‘ Saprà dimostrare la sua innocenza. Principio basico: è compito di chi accusa fornire le prove per la condanna, non del presunto reo per l’assoluzione.
Tuttavia questa vicenda ripropone recrudescenze di morbi cronicamente allignati.
L’inchiesta ligure va avanti da molto tempo, il governatore è intercettato da tre anni, la richiesta del provvedimento restrittivo è del 27 dicembre 2023. L’esplosione della bomba a un mese dalle elezioni, qualche problema di tempi lo crea.
Non è caso solingo. Si pensi alle recenti deflagrazioni in Puglia, ancor prima a quella in Sardegna.
La sostanza recente, in continuum con un passato anche remoto, è che in occasioni prossime alle elezioni o di particolare instabilità politica, si sommuove il terreno, si forzano gli elementi di valutazione. Il terremoto è creato invariabilmente dall’intervento della magistratura in fase accusatoria.
O c’è il destino che crea coincidenze mortifere o esiste una tendenza, che mina la credibilità del sistema.
Non è provata un’organizzazione coordinata dei vari episodi. Nè l’esistenza di un club di ” toghe rosse”che trama contro ” le destre”, collegato col pd e la sinistra in genere
La realtà è che i magistrati che scatenano le procelle lavorano in proprio per motivi e stimolo propri, catalogabili : convinzione, supponenza, malafede, pregiudizi, protagonismo, carrierismo, ansia di notorietà, buona fede e certezza intima di intervenire per correggere e indirizzare un sistema istituzionale che necessiterebbe di forti stimoli correttivi. Salvo se altro.
L’odierno sistema politico-istituzionale conforta l’insorgere reiterato di episodi di questo genere.
Le iniziative giudiziarie da un lato sono sostenute a prescindere, per un malinteso o ipocrita senso di rispetto (lasciate lavorare la magistratura)e dall’altro vengono esaltate dall’una o dall’altra parte, a seconda che il bersaglio sia spillato su una schiena sinistra o destrorsa.
Una specie di garantismo ‘ a la carte’, a corrente alternata.
I media concorrono ( comprensibilmente) alla degenerazione universale.
La malattia è talmente fuori controllo che si è stati costretti a por fine con ignominia alla carriera di un pm famoso e che aveva raggiunto i vertici massimi ( Procura di Milano, vice capo). Costui come dice il Csm e riporta l’Unità ( encomio al direttore e all’articolista)”. . in questi anni ha REITERATAMENTE esercitato la giurisdizione ( la pubblica accusa ndr)in modo NON obbiettivo, NÈ equo rispetto alle parti NONCHÈ senza senso della misura e della moderazione. “
Brividi al solo immaginare una piccola porzione di ingiustizie e sofferenze per le azioni prave del pm.
Nulla avviene a caso. La nazione sta pagando la faciloneria di quando fu pensato che i mandati di cattura e le azioni senza ritegno di un manipolo di personaggi potessero sostituire il popolo sovrano e lo strumento elettorale, nel ricambio della classe politica.
Di errore in errore ci furono i tifosi della politica senza denaro pubblico che insorsero nel più comune dei luoghi comuni e abolirono con unanime consenso il finanziamento pubblico dei partiti. Pochissimi i contrari. In TUTTO il parlamento, DUE eletti soltanto che ci misero la faccia.
Così fu fatto come con la legge Merlin: si chiusero i ‘casini’ e si pensò di aver abolito il sesso a pagamento, onta per i diritti e la dignità della donna.
Siccome per mandare avanti il sistema e i suoi strumenti ci vogliono i soldi, abolito il finanziamento pubblico si ingigantì quello privato. Che vagamente e malamente regolato diventò materia retta da consuetudini, norme riflesse, distinguo e escamotages e si aprirono praterie talvolta equivoche.
Si estese il campo di mezzo, le amicizie anche border line, tutto a seguito di un perbenismo manicheo di impossibile applicazione. Come per la prostituzione.
Due errori ai quali va aggiunto un terzo: i cosidetti decreti Bassanini che trasferirono le responsabilità decisorie dai politici ai dirigenti. Riforma pensata per eliminare le “bustarelle”, che ottenne l’effetto contrario. Esse si moltiplicarono e si gonfiarono.
Si legge che nulla cambia: il Pd chiede le dimissioni, fi aspetta “dimostrazioni di innocenza”, fdi il ‘riesame’ e il popolo plaude mentre i magistrati non sono sfiorati dalla percezione dei danni che arrecano.
La barca affonda sempre di più in un pantano dove aumenta soltanto il discredito generale dei singoli e del sistema.